Groupama – FDJ, David Gaudu guarda con fiducia al futuro: “Posso dire di essere tornato sul sentiero che mi ero prefissato”
David Gaudu ha vissuto un 2024 dai due volti. Dopo una prima parte di stagione decisamente complicata, culminata con un Tour de France lontano dalle aspettative della vigilia, il 28enne transalpino ha dovuto ripartire da zero, specialmente a livello mentale, riuscendo però a trovare nuovi stimoli e nuove energie per il finale di stagione, dove un’ottima Vuelta a España, chiusa al sesto posto, è stata la scintilla necessaria per ottenere nuove energie e nuovi stimoli per il futuro. In una lunga intervista pubblicata sul sito della Groupama – FDJ il francese ha ripercorso le settimane complicate dopo il termine della Grande Boucle e la rinascita che si è realizzata nelle 21 tappe da Lisbona a Madrid.
“Sin dal giorno dopo la fine del Tour sapevo che solo la Vuelta avrebbe potuto salvare la mia stagione – racconta Gaudu – Mi sono svegliato quella mattina ed ero già in modalità Vuelta. Mi ricordo perfettamente il giorno della tappa del Col della Couillole, stavo faticando, e i miei compagni mi hanno detto ‘Bravo David, ottimo lavoro, stai lavorando per la Vuelta!’. Avevo già preparato la mia stagione per correre due Grandi Giri, ma ovviamente dovevo partecipare al Tour perché se no non sarebbe stata la stessa cosa e mi sono concentrato al 100% su quello. Negli ultimi giorni di Tour però ho faticato tantissimo, era evidente anche nella mia testa che stavo già pensando alla Vuelta”.
Le difficoltà affrontate nella corsa di casa, in cui le ambizioni di classifica generale di Gaudu si sono interrotte già a Rimini nella prima tappa, conclusa ad oltre 29′ dal vincitore, hanno permesso al classe 1996 di affrontare la preparazione e le fasi iniziali della Vuelta con una mente più libera: “Inizialmente non volevo fare classifica, ma poi ho visto che la mia condizione stava gradualmente migliorando e mi sentivo bene, quindi ho deciso di correre liberamente. Sembrerà strano ma per me è più facile fare top-10 in una gara che correre per vincere una tappa, e soprattutto quest’anno il Tour è stato frustrante perché è stato estremamente bloccato, e solo una fuga è riuscita a vincere in una tappa movimentata. Non volevo ripetere la stessa esperienza alla Vuelta, non volevo più trovarmi nel gruppetto per poi attaccare il giorno dopo senza avere la certezza che il mio attacco avrebbe portato a qualche risultato”.
Nella testa del nativo di Landivisiau tutto è scattato in occasione della tappa di Granada, a dimostrazione di come il ciclismo sia anche uno sport in cui la componente psicologica fa spesso la differenza: “La mattina della tappa di Granada ho detto ai miei compagni che la mia unica occasione di finire con i migliori era di avere un vantaggio ad inizio salita, e tutto è andato secondo i piani. Nel giorno di riposo mi sono sentito benissimo, come se fosse scattato qualcosa e le mie gambe fossero migliori rispetto alla settimana precedente. Da lì in avanti è stato un crescendo, ho faticato un po’ sul Cuitu Negru perché avevo sbagliato strategia, ma nell’ultima settimana mi sentivo davvero in grande forma”.
“Durante le ultime due settimane, quando mi sentivo alla grande, sentivo che i miei compagni preferivano stare con me e aiutarmi piuttosto che provare ad andare in fuga – spiega Gaudu – è stato davvero emozionante. Quello che ho capito è che quando sei con i tuoi compagni di squadra devi essere irreprensibile, non puoi avere il muso lungo o tenere atteggiamenti sbagliati anche lontano dalle corse”.
Ed ora la mente è già al 2025, annata che il 28enne spera essere il più positiva possibile dopo le gioie del finale di questa stagione: “Sono andato in vacanza con un eccellente stato d’animo, mi sentivo libero e rilassato. Credo di poter dire di essere ritornato sul percorso che mi ero prefissato. La cosa più importante per me sono i risultati. Voglio finire il più in alto possibile in classifica quando ci sono i grandi nomi, e voglio vincere. Quest’anno quando ho vinto al Tour du Jura o al Giro del Lussemburgo è stato bellissimo. Alzare le braccia al cielo è sempre la cosa più bella che può accadere ad un ciclista. Vorrei andare al Giro, vorrei vincere una tappa al Tour. Il mio sogno è vincere il Tour o finire sul podio. So che è difficile e che ci sono pochissime possibilità che io ci riesca, ma se non ci si crede è inutile anche presentarsi”.
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